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Meet The Team
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Lo stile migrante, pur trovando ogni volta declinazioni personali e individuali, ha delle costanti capaci di raccontare la storia del mondo, dei suoi scambi commerciali, delle potenze coloniali e mediatiche, dei suoi miti
B&W -Black&white Lab. Firenze
- ABITO -
Il Laboratorio B&W è un appuntamento di indagine artistica sullo Stile Migrante. Uno stile che pur trovando ogni volta declinazioni personali e individuali, ha delle costanti capaci di raccontare la storia del mondo, dei suoi scambi commerciali, delle potenze coloniali e mediatiche, dei suoi miti.
E' un format educativo, occasione di approfondimento sulle tematiche legate ad una moda interculturale e la sua relazione con identità transculturali e di networking tra le realtà di sartoria e moda migrante.
- ABITO -
La seconda edizione del format B&W Lab. a cura di Nation25 e FUM Studio con la direzione artistica di Caterina Pecchioli si è svolta al MAD Murate Art District di Firenze
dal 1 al 17 giugno 2022, con il sostegno dei Fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
Abito: Nella filosofia aristotelica (come traduz. del gr. ἕξις), disposizione ad essere o ad agire in una certa maniera; si distingue dall’abitudine perché comporta un impegno attivo.
Il tema di quest'anno è contemporaneamente un verbo indicativo presente: ABITO ed un sostantivo: l'ABITO. E’ proprio da questo sincretismo di significato del termine che si è sviluppata l’indagine del laboratorio interdisciplinare.
Il laboratorio ha messo al centro l'abito come manifestazione di sé. E' stato uno studio partecipativo ed interculturale con la partecipazione di studenti italiani e richiedenti asilo e rifugiati di origini diverse, per indagare il complesso rapporto tra abito, abitare ed identità.
Abbiamo osservato come le scelte sul modo di vestire quotidiano dei partecipanti, le influenze territoriali, sociali e culturali, possano mettere in luce una maggiore consapevolezza su identità cosmopolite e interculturali.
Le Parole: Sono stati analizzati i significati di alcune parole legate alle pratiche vestimentarie nelle diverse lingue dei partecipanti - provenienti da Afghanistan, Bangladesh, Gambia, Georgia, Italia, Mali, Pakistan, Siria - per capire come anch’esse siano veicoli comunicativi in grado di espandere la prospettiva sul legame tra il vestire e l’abitare, la tradizione e le influenze culturali multiple e extraterritoriali.
Moodboard: Sono stati realizzati, con il coinvolgimento didattico di FUM studio nella persona di Giulia Ceragioli e con in contributo di Francesca Zaninetta, dei Moodboard dai partecipanti per visualizzare come il modo di vestire sia anche un percorso in movimento legato alla trasformazione identitaria, sociale e territoriale.
Calendario/Magazine: A partire dalle foto sui social e dagli abiti dei partecipanti, sono stati selezionati degli outfit rappresentativi dello street style dei partecipanti per realizzare un calendario-magazine che raccolga le tracce di questo percorso di analisi. Lo shooting fotografico vede il proseguimento della collaborazione con il fotografo Francesco de Luca (Commessofotografo) e lo styling dei fashion designer Victor Abbey-Hart e Nosakhare Ekhator, pensato sia negli outfit che nelle pose con la collaborazione dai partecipanti, con cui durante il laboratorio abbiamo analizzato stereotipi ed esotizzazioni legate ai paesi di origine, per poter fare una scelta consapevole e di rottura.
Foto: Francesco De Luca
Il laboratorio partecipativo ha coinvolto circa venti ragazzi e ragazze di otto nazionalità diverse. Hanno partecipato gli studenti richiedenti asilo e rifugiati della scuola di Italiano In Altre Parole, richiedenti asilo ospiti della Caritas, studenti Italiani e Stranieri del corso di Design methodology dell'Accademia Italiana - Arte Moda & Design di Firenze.
B&W-Lab. ed AtWork di Moleskine Foundation
Anche in questa edizione si rinnova la collaborazione con Moleskine Foundation che invita i partecipanti ad interrogarsi sul tema di quest’anno del loro format educativo AtWork: “What Comes First?”.
Occasione per i partecipanti di realizzazione un taccuino collettivo che raccogliesse le riflessioni visive e testuali nate nel portare questa domanda in rapporto al tema “Abito”: Cosa viene prima in ciò che si cerca di mostrare agli altri e a se stessi a partire dalla semplice e quotidiana scelta di ciò che si indossa? C'è una gerarchia nel sincretismo di culture presenti nell'abito di giovani che vivono a cavallo tra diverse culture? Cosa viene prima rispetto alle scelte individuali, alla visione culturale e all’appartenenza (abito vs abitare) e quindi, rispetto alla definizione aristotelica di "Abito", la domanda è: qual'è la priorità che si dà in questa scelta dell'abito che non è passiva ma d'"impegno attivo"?
La Moleskine presenta un cuore inciso sul davanti della copertina ed un cervello sul retro, mentre al centro la carta di alluminio riflette l'immagine di chi guarda per una riflessione su se stessi e su ciò che viene prima tra sentire e pensare. Il resto delle pagine è come un moodboard collettivo fatto di impressioni personali, ricordi, disegni e foto ispirate alla connessione tra abbigliamento, vita e identità.
Credits:
Il B&W lab. è stato organizzato da Nation25 e FUM Studio, con la direzione artistica di Caterina Pecchioli
un progetto di “B&W-Black&White, The Migrant Trend APS”
In collaborazione con: Africa e Mediterraneo, Accademia Italiana, Coop Il Girasole, MAD Murate Art District, Moleskine Foundation, Murate Idea Park, Progetto Agata Smeralda Onlus, Scuola In Altre Parole.
Progetto Sostenuto con i Fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.
Con la partecipazione di: Muhammad Adnan, Mohammed Ahsan, Raza Haris Ali, Simone Biagioli, Ibrahima Cissey, Fatty Ebrima, Umar Muhammad Farooq, Viola Grassi, Dilawar Hussain, Natia Maglakelidze, Maryam Mehrzad, Arianna Monaca, Howlader Kamran, Sagar Nazir, Lina Roshangar, Samar Saab, Afreedi Shahid, Viola Soldani, Diaki Toure.
Grazie a: Victor R. B. Abbey-Hart, Moussa Baraji, Giulia Ceragioli, Francesca Chiarini, Francesco de Luca, Nosakhare Ekhator, Sandra Federici, Silvia Galvagni, Elena Ianeselli, Chiara Fontanella, Valentina Gensini, Tania Gianesin, Justin Randolph Thompson, Camilla Salvi, Giulia Pec Lenzi, Francesca Zaninetta.
Fotografie Project Room e Calendario: Francesco De Luca
Riprese e montaggio video: Giulia Pec Lenzi